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Scrivi un commento al testo di Giovanni Abbate
Neanderthal

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Il bussolotto di Kronos mi gettò
in un groviglio di vegetazione 
e grida di bestie che rompevano il silenzio.

Come un demone deforme

m’impaurì il fuoco 
malignamente scaturito dall'alto.
Ebbi il coraggio di rubarne un poco:

era caldo e luceva
e lo custodii 
perpetuandone i tizzoni
a futura memoria.

Di mezzo alla notte
fui attratto dall’odore di femmina
e mi congiunsi a lei 
e mi piacque 
quell’odore di fieno umido.
Quel lamento di desideri 
ci piacque.
Ci tenemmo compagnia fino alla sponda del mattino.
Da quella promessa fummo uomo e donna.

Compresi la morte
– sempre immaginata come 
un prolungatissimo nascondimento – 
e imparai a seppellire i corpi 
con fiori e cibo
perché potessero profumarsi e cibarsi 
dove non v'è segno.

Una sera 
mi venne di levare lo sguardo in alto
– silenziosamente.
Sentii in me farsi tenera l’inquietudine.

Pazientemente graffiai sulla roccia 
le cose che mi furono belle 
e questo di me che avvenne
prima delle vostre teologie.


(da: Il venditore di suoni tattili - 2007)

 

 Loredana Savelli - 30/11/2011 10:39:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Una nuova Genesi, anzi antica.
Complimenti!!

 pietro menditto - 30/11/2011 08:24:00 [ leggi altri commenti di pietro menditto » ]

Un atto d’amore che ha trovato il giusto e pertinente sbocco in un atto di vera poesia.

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